Teatro

San Francesco nell'arte

San Francesco nell'arte

Una mostra presso la Pinacoteca di Ascoli Piceno ripercorre le tappe dell'iconografia del patrono d'Italia, dalle prime opere medioevali a quelle sontuose del barocco attraverso le trasformazioni del rinascimento e fino all'Ottocento con nomi notissimi sui quali spicca Caravaggio.

La Regione Marche, unica in Italia, propone alcune iniziative artistiche tra loro collegate in occasione del Giubileo della Misericordia. La prima mostra è stata inaugurata nella Pinacoteca di Ascoli Piceno con la cura di Stefano Papetti sul tema dell'iconografia di San Francesco tra il Duecento e l'Ottocento.

Il Santo diceva di sé “Questo sono io, piccolo di statura e bruno di colorito”, dunque aspetto mite e dimesso diverso dalle tradizionali immagini e soprattutto da quelle della recente cinematografia. Il Santo muore nel 1226 e già dalla metà del secolo inizia una vasta produzione di sue immagini; nelle prime appare in piedi con gli attributi che poi gli saranno distintivi, la Regola e le stimmate che da chiodi di carne e chiodi di ferro poi diverranno ferite.

Anche il cappuccio cambia, da semplice stoffa triangolare a stondato con intervento di sartoria: nel catalogo ciò è oggetto di un bel saggio di Giovanni Morello. Nel primo modo appare nella tavola di Margarito realizzata da un asse che copriva la bara. In Carracci il teschio dentato indica il crocifisso, mentre la copia della Galleria Nazionale di Arte Antica ha una cornice meno fastosa.

Il Barocci da collezione privata ha i chiodi sui palmi e occhi acquosi su fondo celestino. Il polveroso Caravaggio stringe il teschio, ha la veste lacera e una croce senza Cristo. Quasi espressionista l'immagine del Santo di Ludovico Urbani da San Severino. In estasi quella di Guercino. Rara l'immagine centrale della Vergine nel polittico di Crivelli da Sant'Elpidio a Mare. Bigot pare De La Tour. Per Guido Reni è in ginocchio e ha le braccia aperte. Un piccolo altare dipinto davanti e dietro è quello di Gianino di Pietro. Le immagini del Santo si moltiplicano in quanto dal XV secolo vengono esposte anche in chiese non dell'Ordine.

Il percorso prosegue con Cola dell'Amatrice, Pietro da Cortona, Simone De Magistris, l'evanescente Luca Giordano, Guido Reni, Andrea Lilli in due versioni con riflessi metallici. Eppoi Orazio Gentileschi confortato dall'angelo, Miniera e la sua visione quasi allegra e carnevalesca, il piccolo Magnasco quasi espressionista, Piazzetta enorme e ancora Gentileschi, fino a Carracci e Tiziano.

Ascoli Piceno, Pinacoteca Civica (Sala della Vittoria), Francesco nell'arte. Da Cimabue a Caravaggio, fino al 30 giugno, catalogo Silvana Editoriale.